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Bruxelles, luglio 2016 |
Mi sono goduta la scena dalla mia finestra del salotto con spirito perversamente voyeuristico, anche se - ahimè - non c'è stato spargimento di sangue. [Va detto che io ho il terrore dei cani di qualsiasi taglia e di conseguenza non mi fanno simpatia nemmeno in fotografia].
It made my day.
E qui segnaliamo come my day in questo periodo si soddisfi con poco. O comunque con cose diverse. Insomma, a parte la barbarie qui sopra, do molto più valore a cose come la visita di amici, un cinema al pomeriggio, un brunch di sabato, consigli inaspettatamente saggi, un concerto in una grande casa la domenica pomeriggio, leggere tanto.
In effetti credo di non avere mai letto così tanto come in questi mesi. Libri ma anche tanto (troppo) contenuto social, dai siti letterari su Twitter alle pagine di cazzate satiriche su Facebook, fino all'accumulo di citazioni su Tumblr. Vedo troppi telegiornali e finisco la giornata con le palle sfracellate da movimento cinquestelle e servizi approssimativi sugli attentati.
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Anche guardare i cantieri è un passatempo rispettabilissimo |
A giorni sgambetto contenta per la strada e altri mi ci vuole una gru a tirare su dal letto me e l'anguria che porto in pancia.
Un'anguria che ha già tutto un suo guardaroba e una sua camera, oltre che una piccola valigia per il suo primo importante viaggio: quello per venire al mondo. Un'anguria di cui non parlo tanto perché non riesco proprio ad immaginarmela, nonostante tutti i miei sforzi.
Mi hanno detto che ha le guanciotte e tanti capelli. Ma su come reagirò io, di come la terrò in braccio e di come mi comporterò, c'è una nebbia fitta.
Che si diraderà, per lo svolgersi naturale delle cose, fra qualche settimana.
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