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Lisbona, primavera 2013 |
Va verso il suo sogno.
Ma il suo fidanzato rimane a New York, e la mattina della partenza la guarda partire sotto la pioggia, da dietro al vetro della finestra.
Hanno tentato senza successo di fare dei piani, la sera prima. Anche a breve termine, tipo quale weekend ci vediamo prossimamente. Ma non riescono a decidere nulla. Il piano è che non abbiamo piani, conclude lui.
E lei si infila in un tunnel, ve lo dico io.
Quando arrivi in un posto nuovo che hai scelto, per seguire la strada dei tuoi sogni o perlomeno delle tue aspirazioni, sei eccitato ed elettrizzato e pieno di entusiasmo, insieme alla paura. Cerchi distrazioni, bevi stimoli e novità. E bilanciare questo con il pensiero di una persona importante che hai lasciato a casa può essere atroce.
Ti ritrovi a sperare che la nuova situazione non sia poi così stimolante. Che non ti soddisfi appieno. Che lasci dei vuoti che l'altra persona potrà ancora ricoprire, salvando così il proprio ruolo nella tua vita. Che non ti porti così lontano da non poter più tornare indietro, nel luogo del vostro amore.
E così con un braccio remi forte verso la tua meta, la tua realizzazione. E con l'altro remi con egual forza nella direzione opposta - Casa, il tuo amore, il passato.
Ti sforzi di non dimenticarlo, mentre ti sbronzi a feste leggere con gente appena conosciuta, che ti apre nuove prospettive, ti fa vedere cose nuove.
Mentre ti lasci intrigare da materie mai studiate, e ti sfidi a padroneggiarle.
Ti sforzi di tenerlo a mente mentre discuti del tuo futuro. Davanti a te hai due strade. Una luminosa ed eccitante, che il tuo istinto ti dice promettente, che le tue gambe scalpitano per percorrere. L'altra è quella che avevi abbandonato. In salita, già piena di delusioni.
Ci lavori e ci lavori, e riesci a convincerti che la seconda strada è quella che vuoi. Sminuisci le novità, gli stimoli, ti sbarri le porte da sola. Ma l'altra strada ti attira, ti prende con sè, e senza neanche rendertene conto ti ci ritrovi, ci stai camminando mentre fai finta di voler tornare indietro.
Un processo che dura anni e che ti logora, ti fa soffrire, e - ti accorgi - è sempre più unilaterale. Nel senso che lo fai solo tu mentre l'altra persona "ti aspetta".
Isola del Giglio (Grosseto), 2012 |
Per non farsi stritolare e non giocarsi gli anni migliori. Quegli anni in cui i tuoi studi iniziano a fruttare e sì, scopri che davvero il tuo sogno lo puoi toccare. Quegli anni in cui hai bisogno di sentirti libero per orientare la navigazione, cercare la rotta della tua vita adulta.
Ed è giusto che tu te li viva senza il costante enorme senso di colpa che ho scelto per anni di portare sulle spalle io.
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