
domande che ti fluttuavano in testa da mesi, da anni.
Tutto proiettato sul grande schermo nel contrasto tra le immagini oniriche di ossessioni cattoliche e la musica pulsante della becera vita notturna della capitale.
Ho pensato, e sono sicura l'avranno pensato molti di quelli che l'hanno visto, questo film sono io. Questo film è quella contraddizione che mi rode da un ventennio almeno, è la tensione dolorosa fra superficie e profondità, è il lavoro che mettiamo in atto quotidianamente per soffocare, per non sentire. Per seppellire il sentimento, la profondità, la bellezza.
Perché lo facciamo?
Perché preferiamo andare a una festa a ballare la Carrà, perché fumiamo una sigaretta dietro l'altra e non ci fermiamo un attimo a guardare, a capire, a sentire?
Forse lo facciamo perché siamo mediocremente umani, ed elevarsi sopra la mediocrità è un'impresa titanica che solo a pochi, o meglio, forse solo a sprazzi, è concessa. Forse semplicemente ci terrorizza quello che sta sotto, l'imbarazzo dello stare al mondo, e piuttosto che affrontarlo preferiamo investire tutte le nostre energie fisiche e mentali per coprirlo.
Quello che ci rimane è sederci qui, la sera tra amici, e prenderci un po' in giro. In fondo va bene così. In fondo questi momenti sono i pochi in cui ci concediamo di mantenere la lucidità e l'onestà intellettuale che ci salveranno dalla decadenza.
da vedere - magari esiste pure un cinema dove lo danno qui?
RispondiEliminaal toison d'or ciccio ce 'sta da mo, insomma dove vivi?!
Eliminaanche io l'ho pensato: questo film sono io. E ho apprezzato in particolare quando dice "a 65 capisci che non puoi perdere tempo a fare cose che non hai voglia di fare". Ecco, questa frase detta a 32 anni sono veramente io.
RispondiEliminasei precoce! : )
RispondiEliminaperò è vero, man mano che si va avanti si tende a selezionare. forse anche perché si ha un'idea più chiara di quello che si vuole o non si vuole fare, un'idea che però ci si fa solo sperimentando.